“Bla bla, lallalla” i primi versi dei nostri bambini sono, per noi, i suoni più commoventi e dolci. Tanto che nei primi momenti di vita di nostro figlio, anche noi comunichiamo con vezzeggiativi, come “cucci-cucci”, con loro. Questo particolare modo di esprimersi si chiama Baby Talk.
Il Baby Talk è il primo approccio sonoro e linguistico che si può definire come un’enfatizzazione del linguaggio. Attraverso questo sistema comunicativo l’adulto rende le parole più musicali, per agevolare il bambino nella comprensione ed apprendimento delle tecniche. Questo modo di parlare fa parte di un agglomerato di comportamenti appartenenti all’ambito parentale più ristretto (come accade per le coccole e le carezze). E’ un approccio all’espressione verbale che evidenzia come l’apprendimento musicale della comunicazione, agevoli il bambino ad apprendere le prime forme di linguaggio verbale.
Il Baby Talk è di fondamentale importanza anche per quanto riguarda il progresso cognitivo e percettivo del bambino. Infatti. questi comportamenti sono una vera e propria stimolazione tattile, visiva, cinestetica ed uditiva. Essi sono in coordinazione tra di loro per facilitare la percezione infantile.
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Questo sistema comunicativo, quindi, è importante poiché agevola il bambino nella modulazione della propria voce, nell’esprimere le proprie emozioni, nella ripetizione sillabica (ma-ma; pa-pa) e nella riproduzione melodica (la-la-la). Esso, dunque, diviene fondamentale nell’apprendimento del linguaggio, attraverso “esercizi” e ripetizioni vocali basate su un’espressione musicale primitiva.
Il Baby Talk è una pratica comunicativa che, indubbiamente, deve avere un termine. Già dai primi mesi questa pratica comunicativa dovrebbe essere affiancata ad una comunicazione più articolata ed “adulta”. Cioè, il bambino oltre ad esprimersi con la lallazione, utile inizialmente per la modulazione ed il riconoscimento della propria voce, deve apprendere correttamente le terminologie linguistiche. È, dunque, doveroso ricordare agli adulti di parlare correttamente ai propri figli ed usare i nomi delle cose così come sono realmente: tavolo, sedia, latte, acqua ecc.
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