Prima si chiamava “primina”, oggi prescolarizzazione. Ma è giusto lasciare che i bambini vengano privati del gioco?
Prescolarizzazione vuol dire iniziare prima la scuola. Sostanzialmente è l’iscrizione anticipata alle classi primarie per i bambini che compiono i 6 anni entro il 30 di aprile. Il decreto legge 59/2004, infatti prevede che i bambini che compiono i 6 anni, entro tale data, possono accedere alla prima elementare con i bambini dell’anno precedente al loro. Questo vuol dire che non si tiene conto della differenza di quei mesi (che per noi adulti possono sembrare pochi) di differenza tra chi accede normalmente e chi invece anticipa l’inizio della scolarizzazione. Per un genitore potrebbe essere una soluzione comoda, ma per il figlio? Un bambino così tanto più piccolo si troverà lo stesso bene?
La prescolarizzazione quindi prevede che un bambino si confronti con un gruppo di bambini più grandi di lui. Questo dato potrebbe risultare anche stimolante. Il bambino prescolarizzato, sicuramente, avrà degli input più ampi di quelli che potrebbe ricevere restando ancora alla scuola materna. Confrontarsi con bambini più grandi, lo potrebbe portare ad accentuare la sua curiosità. Inoltre, iniziando prima la scuola potrebbe terminare il percorso totale degli studi obbligatori a 18 anni. In questo modo si anticiperà anche l’accesso all’università o alla vita lavorativa.
Prescolarizzazione vuol dire anticipare l’accesso di un bambino di 5 anni al percorso scolastico. I bambini dovrebbero poter giocare fin quando gli è possibile, data l’importanza del gioco nella sua crescita logico-cognitiva. Questa anticipazione potrebbe arrecare delle conseguenze spiacevoli allo sviluppo del bambino. Per sviluppo si intende, soprattutto, la crescita sociale e logica-cognitiva. Un bambino di 5 anni, inserito tra bambini di un anno in più, sarà destabilizzato. Il suo sviluppo non è al pari degli altri, in questo modo c’è il fondato rischio di creare seri ostacoli alla carriera scolastica del bambino. Le capacità logiche e sociali non sono state completamente raggiunte. Questa disparità potrebbe far insorgere nel bambino disturbi di ansia dovuti dall’insicurezza. Inoltre, è stato provato che molti studenti prescolarizzati hanno dovuto affrontare serie problematiche nella loro carriera scolastica.
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La prescolarizzazione, potrebbe, a lungo termine, causare comportamenti aggressivi. Queste conseguenze non si vedranno nell’immediato. Infatti, alcuni adolescenti caduti in percorsi di vita violenti o abusanti, sono stati prescolarizzati. Togliere un bambino dal percorso di crescita normale, che comprende determinati anni caratterizzati dal gioco, può compromettere l’apprendimento di strategie sociali, attraverso le quali approcciare all’altro. Primo su tutte, non dando importanza al gioco, si interrompe quel percorso atto allo sviluppo delle capacità empatiche alla base delle relazioni sociali.
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