Ogni epoca ha la sua generazione e una guerra da affrontare. Ogni volta il nemico cambia a seconda della società. E questo è ciò che sta accadendo anche alla nostra epoca. Oggi i giovani combattono contro un nemico invisibile, che si cela dietro uno schermo: il cyberbullismo.
Da sempre, soprattutto negli ambiti scolastici e giovanili, troviamo la figura del bullo: colui che per “divertimento” deride o si approccia agli altri con fare arrogante e dominante, commettendo atti di violenza psicofisica. Però i bulli di un tempo erano in carne ed ossa. La vittima designata sapeva verso chi puntare il dito. E soprattutto, aveva la possibilità di cambiare vita. Le persone parlavano, si aveva più tempo da dedicare agli altri, soprattutto quando si trattava dei figli. Oggi no!
Oggi ci troviamo in una situazione diversa che ci sta sfuggendo dalle mani. Ogni giorno, veniamo a conoscenza di tragedie riguardanti adolescenti sempre più giovani. Ragazzi che domandano scusa per non essere riusciti a risolvere un problema più grande di loro.
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Il problema attuale deriva dal fatto che il nemico non ha più un volto! Le violenze psicofisiche sono condivise sui social (parole, foto o video compromettenti): il bullismo diviene cyberbullismo. E chi è il colpevole? Non si sa! La situazione sfugge di mano, diventando di dominio pubblico. Insomma, coloro che un tempo aspettavano le proprie vittime fuori dalla scuola, oggi si divertono a torturare i soggetti designati sui social. In passato le “vittime” riuscivano a reagire, o a parlare con un adulto. Adesso invece i protagonisti di queste tragiche storie si sentono soli e abbandonati.
Con l’avvento di internet sono state apportate molte migliorie alla nostra vita, ma allo stesso tempo ha prodotto situazioni incontrollabili. Quest’ultime derivano da una “male educazione” all’uso del web: i più giovani sono sicuramente più portati ad utilizzare internet, ma allo stesso tempo sono anche i soggetti più facili da colpire. Questo perché loro hanno una mente più sviluppata ed aperta verso l’innovazione rispetto alle generazioni precedenti, ma di fatto la loro ingenuità e scatto di reazione davanti al pericolo è la medesima. Quindi ampliando il raggio d’azione (il vasto mondo di internet va ben oltre la zona d’azione del bullo di paese) si amplia la gravità del gesto e quindi aumenta la difficoltà di risoluzione del problema. Una volta inserita un’immagine nella rete telematica, resta per sempre li, in balia di chiunque e per qualunque scopo. Questo concetto astratto di “infinito”, alimenta la cattiveria del Cyberbullo, e al contempo aumenta l’angoscia e la ferita della vittima. Sapere che chiunque possa vedere e usare la propria immagine spiazza, facendo sentire ancor più piccolo ed impotente colui che subisce l’affronto. Il tutto rafforzato dalla mancanza di dialogo genitori-figli!
http://mom.cudriec.com/droghe-alcol-ed-altri-eccessi-le-paure-dei-genitori/
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