Il fenomeno del bullismo: come riconoscerlo?
Purtroppo al giorno d’oggi se ne sente parlare sempre più spesso di ragazzi che si tolgono la vita perché stufi di essere derisi, umiliati, messi da parte. O peggio ancora picchiati e minacciati. Attraverso i comportamenti dei nostri figli, è importante saper riconoscere il loro stato emotivo perché il bullismo e le prepotenze a scuola possono, anzi, devono essere arginati e risolti prima che si diffondano in modo persistente. E questo compito spetta a noi genitori.
Il bullismo nasce quando gli autori, cosiddetti bulli, mettono in atto dei comportamenti offensivi, umilianti, aggressivi, tendenti all’isolamento e alla ridicolizzazione, ripetuti costantemente nei confronti di un compagno solitamente più debole, ovvero la vittima. Il tutto al cospetto di altri compagni che sono testimoni e si divertono per l’aggressione. Molte volte quest’ultimi incitando i bulli a continuare, altre volte invece fanno finta di nulla e mantengono il silenzio.
Tali episodi possono avvenire nell’ambito dello spazio della scuola e perdurare anche fuori, in strada, sui mezzi di trasporto, alla fermata dell’autobus. A tutti questo questo si aggiunge anche il bullismo digitale, ovvero il Cyberbullismo: la realizzazione di filmati particolari messi poi in rete, invio di messaggi molesti alla vittima tramite i social… che viene quindi messo in atto attraverso il web, i telefoni cellulari o computer.
Ecco alcuni segnali che possono essere manifestati da un bambino, vittima del bullismo:
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Sarebbe opportuno lavorare con impegno costante all’interno delle scuole per contrastare il fenomeno del bullismo. In che modo? Per esempio promuovendo programmi anti bullismo in classe con la partecipazione di tutti gli alunni. Ma anche informando gli alunni sulle possibilità di difendersi, indicando loro cosa bisogna fare se si subiscono atti di bullismo, a chi devono riferirlo e come descrivere l’accaduto. In tutto questo, la collaborazione attiva delle famiglie è fondamentale.
E’ importante raccontare subito l’accaduto ad un insegnante, ma soprattutto in famiglia, senza vergognarsi e senza alcun timore, rimanendo calmi e sicuri di se stessi il più possibile.
Impariamo ad ascoltare i nostri bambini, in questo modo si sentiranno meno soli e in grado di chiedere aiuto.
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