La nutrizione e le abitudini alimentari nel primo anno di vita possono essere determinanti per lo sviluppo fisico, neurologico e cognitivo. Non solo nel primo anno di vita, ma anche nelle età successive, svolgendo in un certo senso una funzione di “programmazione”. In altre parole, l’obesità adulta viene programmata nell’infanzia.
Secondo uno studio condotto su 93 bambini e 95 bambine di diverse città europee, di età inferiore ai 36 mesi di vita è emerso che la loro alimentazione era composta da una quantità eccessiva di calorie rispetto all’apporto raccomandato. Il risultato sorprendente è stato il consumo eccessivo di proteine a fronte di un apporto insufficiente di Vitamina D e folati.
Il consumo elevato di proteine è stato messo in relazione a un peso maggiore nei bambini di 2 anni, con aumento del rischio di obesità futura. I dati raccolti durante gli studi hanno evidenziato un consumo di proteine al 127% nei bambini entro l’anno di vita. E fino al 376% in quelli tra 1 e 3 anni.
Si ritiene che le proteine in eccesso comportino un aumento di peso perché stimolerebbero la secrezione di un fattore di crescita simile all’insulina (IGF-1) che promuove la proliferazione delle cellule, l’accelerazione della crescita e l’aumento del tessuto adiposo o cuscinetti.
Il crescente aumento dell’obesità infantile ha fatto aumentare il livello di interesse e sono stati avviati più studi a livello mondiale. Questo dovuto alla nota correlazione con l’obesità dell’adulto, le patologie cardiovascolari e il cancro e le enormi ripercussioni sanitarie di tutto questo. Normalmente è l’eccessivo consumo di grassi, zuccheri, grassi saturi e trans a far ingrassare i nostri figli. Ma anche l’eccesso di proteine può risultare dannoso.
Quante mamme ricorrono ad una dose di latte o di yogurt la sera prima di andare a dormire, per sfamare il proprio bambino che ha rifiutato la sua dose di pesce e di verdura? Di sicuro la mamma si sente più tranquilla per non aver mandato a letto il proprio bambino a stomaco vuoto. Invece deve sapere che sta andando contro le regole per una buona educazione all’alimentazione varia.
La somministrazione di una quantità elevata di latte vaccino, superiore a 700 ml al giorno, può contribuire all’ingestione inadeguata di alcuni nutrienti. Questo perché è ricco di proteine e grassi saturi ma povero di grassi insaturi, ferro, vitamina D e folati.
Il consumo eccessivo di latte vaccino a partire dal primo anno di vita può limitare il consumo e la diversificazione di alimenti complementari nella dieta (legumi, verdura, frutta…). Questo è fondamentale per proporre nuovi sapori e nuove consistenze al bambino, facilitando e promuovendo la sua autonomia nell’alimentazione e l’accettazione di un maggior numero di alimenti in futuro.
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