Dipendenza da cibo: adolescenti a rischio
Fino a pochi anni fa le forme di dipendenza più conosciute sono state quelle legate all’uso di sostanze. Oggi l’interesse è particolarmente rivolto alle nuove dipendenze o new addictions. Le nuove dipendenze hanno come oggetto dei comportamenti che in “dosi moderate” sono socialmente accettabili. Quando tuttavia sfuggono al controllo del soggetto e sono attuati con modalità progressivamente sempre più compulsive, diventano problematici e disfunzionali. Si ricrea così lo scenario classico della dipendenza e dei suoi sintomi.
La dipendenza da cibo o food addiction, è molto diffusa tra gli adolescenti e come tutte le altre forme di nuove dipendenze (affettiva, da internet, da gioco d’azzardo, da sesso) è più difficile da individuare in quanto la persona vive, si relaziona e mantiene le proprie abitudini senza suscitare sospetti.
Non essendoci lo “sballo” tipico delle dipendenze da sostanza, e comportamenti quotidiani significativamente modificati, i giovani in tali difficoltà passano spesso inosservati, anche nell’ambito familiare. Finché il problema non si trasforma in patologia, cioè in un disturbo del comportamento alimentare (DCA) e assume connotazioni di gravità anche estrema. I DCA si presentano in diverse forme, le più conosciute sono l’anoressia e la bulimia che attualmente rappresentano un’emergenza sociale e sanitaria.
Cosa può spingere le ragazze, che ne sono maggiormente colpite, a digiunare, ad abbuffarsi continuamente e/o vomitare diverse volte al giorno? Probabilmente la stessa difficoltà emotiva e lo stesso vuoto provato dal tossicodipendente nel tentativo disperato di percepire se stesso attraverso meccanismi di gratificazione immediata e di sentire una sua identità. Studi effettuati sull’anoressia e sulla bulimia sono concordi nel ritenere che la causa principale del disturbo sia di matrice psicologica.
A ciò vanno comunque aggiunti diversi fattori come caratteristiche individuali quali:
Nel favorire lo sviluppo di questi disturbi sono implicati anche quelli socio-culturali, in particolare il ruolo che la nostra cultura esercita nell’associare la magrezza. A questi si aggiungono anche quelli familiari. I fattori che all’interno della famiglia creano maggiore vulnerabilità sembrano essere:
Per quanto riguarda il funzionamento familiare è considerato a rischio l’ambiente caratterizzato da:
Il bambino, crescendo in un clima di questo tipo svilupperà un senso di poca affidabilità riguardo alla capacità di riconoscere e decifrare i propri stati interni. Durante la crescita tali stati saranno percepiti come minacciosi. Il digiuno protratto costituisce quindi, una sorta di “medicina” poiché causa un’alterazione della coscienza, una distorsione percettiva, una sorta di anestesia contro l’angoscia insopportabile che l’adolescente sperimenta ogni volta che prova emozioni che non riesce a gestire in altro modo.
Nel periodo della pubertà i problemi legati al senso di valore, di autoefficacia, amabilità e alla stima di sé, si mostrano tramite la profonda insoddisfazione per il proprio corpo e per il proprio peso. Nelle ragazze quando il corpo muta verso forme che non corrispondono ai modelli culturali, iniziano le prime diete per sentirsi meglio con se stesse. Per acquisire un senso di padronanza che possa coprire il senso d’impotenza, di perdita del controllo di sé.
Gli adolescenti in questo periodo della vita si trovano ad affrontare delle scelte che li porteranno verso la costruzione di un’identità. Alcuni per cercare di gestire le pulsioni e il processo d’individuazione scelgono il corpo come oggetto di controllo.
Negli ultimi dieci anni sono comparsi, anche se in forma ridotta, disturbi alimentari maschili con espressioni nuove della patologia.
[mom]
La dipendenza da cibo, come le altre forme di new addictions sono l’espressione di un disagio psichico molto profondo e di un grande malessere culturale particolarmente pervasivo. Anche se per la maggior parte delle persone che hanno una dipendenza da cibo la consapevolezza di avere un problema è scarsa e la paura di affrontare un cambiamento molto forte, i trattamenti basati su un approccio pluralistico integrato e su collaborazioni multidisciplinari sono particolarmente efficaci.
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