Le varianti che potrebbero dare origini ad un comportamento violento sono da ricercarsi in contesti familiari tenendo conto degli aspetti psicologici, economici e sociali. Ciò vuol dire che un modello familiare caratterizzato da elementi aggressivi o comportamenti devianti, possono indurre il bambino ad acquisire un sistema reattivo aggressivo.
Queste situazioni possono influire negativamente sulla crescita e sullo sviluppo del bambino. Sono molti gli esperti che hanno analizzato tali situazioni, cercando di dare spiegazioni e soluzioni più consone. Tra questi studiosi troviamo anche Thompson. Egli ipotizza che in questa tipologia di persone il legame primario con la madre, o con colui che diviene figura primaria, sostituendo la madre, è stato interrotto. Oppure in un’ipotesi ancor più drammatica, ha influenzato lo sviluppo di modelli comportamentali antisociali nei bambini.
Ed ancora, S. Riviere sostiene che esistano due elementi che influenzano maggiormente la determinazione dell’attitudine di questi bambini. Detti elementi sono:
In alcune occasioni il bambino si rivela particolarmente aggressivo all’interno della famiglia. Ad esempio, un bambino potrebbe compiere gesti violenti ed estremi nei confronti dei genitori. Atteggiamenti che invece non ripropone in situazioni fuori dalla famiglia (a scuola o con gli amici). Questi casi, sovente, suscitano dubbi ed incertezze nei genitori, tanto da rivolgersi agli specialisti. Un elemento fondamentale da ricordare è che il bambino ha bisogno di basi forti e sicure, e punti di riferimento ugualmente ferme. Il fattore che solitamente scaturisce una reazione violenta nei confronti del genitore nasce dal bisogno di “NO”.
Un bambino cerca il confronto e la sfida con il genitore, sperando di ottenere risposte ferme dall’adulto. Ad esempio: un bambino che inizia a lanciare oggetti sta cercando l’attenzione dell’adulto, se in questo caso l’adulto rivolge l’attenzione richiesta, il bambino replicherà tale comportamento ogni volta lo desidererà. In questi casi il bambino va ripreso, correggendo il comportamento, ma evitando assolutamente di dare le attenzioni richieste. Azione che, invece, dovrebbe essere messa in pratica al momento in cui il bambino richiede le attenzioni nel modo più corretto.
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