Giunte ormai alla settimana 39 di gravidanza, il bambino è pronto per nascere. Sebbene ogni mamma confida in un parto veloce e senza ostacoli, bisogna tener conto di possibili complicanze. La posizione ideale del bambino per il parto è con la testa verso il basso e la nuca contro il vostro addome. In questo modo è minore la distanza per ruotare nel canale del parto. Talvolta, il feto assume una posizione anomala che può rendere più difficile il parto, sebbene ciò non implichi necessariamente che non riesca a nascere in modo naturale.
In posizione occipitale posteriore, il bambino si trova con la nuca verso la vostra schiena e, se non riesce a girarsi, nascerà in modo normale, ma con il volto verso l’alto. Questa presentazione comporta spesso un travaglio lungo, con intenso mal di schiena.
In un arresto trasversale profondo, la testa del bambino ruota parzialmente nel canale del parto e poi si blocca con il volto verso un lato: in questo frangente è necessario aiutare il feto a duscire. Può verificarsi anche se, per errore, si spinge troppo forte nella seconda fase del travaglio.
Per “sproporzione” si intende che la testa del bambino è troppo grossa rispetto alla pelvi della mamma. Con un’ecografia si deciderà se vi è spazio sufficiente per un parto naturale. In caso contrario il bambino probabilmente nascerà con un taglio cesareo.
Una piccola percentuale di bambini non si gira nelle ultime settimane di gravidanza. Ciò implica che uscirebbero prima i piedi o il sederino per cui il canale del parto non sarebbe abbastanza dilatato per l’uscita della parte più grande del bambino, la testa. I medici hanno opinioni diverse sul metodo migliore di partorire un bambino podalico: alcuni ritengono che il taglio cesareo sia il modo più sicuro, altri che il parto debba avvenire con epidurale, altri ancora che, se la madre si muove durante la prima fase del travaglio, il bambino si metta da solo nella posizione giusta per nascere.
In un parto con il forcipe, l’ostetrica vi inviterà a poggiare le gambe sulle staffe mentre il forcipe (una specie di grande pinza a cucchiaio di metallo) viene inserito in vagina per afferrare la testa del bambino. Il medico aiuterà poi il bambino ad uscire mentre la mamma spinge. Attualmente si preferisce ricorrere al taglio cesareo.
La ventosa ostetrica rappresenta un’alternativa al forcipe. Con questa tecnica, il medico posiziona una coppa di suzione sulla testa del bambino, che viene “risucchiato” ed estratto con l’aiuto delle spinte della madre ad ogni contrazione. Se il canale del parto non è abbastanza grande per la testa del bambino e vi è il rischio di una lacerazione del perineo, nella zona si esegue un piccolo taglio in anestesia locale. Questo tipo di incisione si chiama episioterapia e viene suturata dopo il parto, sempre in anestesia locale.
Serve per tenere sotto controllo il battito cardiaco del nascituro durante il travaglio ed il parto. Il monitoraggio può essere low-tech, semplicemente applicando uno stetoscopio sull’addome della mamma, oppure tramite un macchinario elettronico (EFM – Electronic Fetal Monitoring). Esistono due tipi di EFM ed entrambi danno una lettura continua del cuore del bambino e delle contrazioni uterine. Se viene usato l’EFM, si parla di parto Hight-tech.
L’attesa è quasi finita: giunte alla settimana 39 vi sentite contemporaneamente eccitate e preoccupate. E’ probabile che avvertiate ormai contrazioni preparatorie piuttosto forti, mentre la cervice si ammorbidisce in preparazione al parto. Anche se vi sentite pesanti ed ingombranti, non statevene sedute ad spettare che accada qualcosa. Conducete una vita sociale attiva e parlate con le compagne del corso pre parto, che si trovano nella vostra stessa situazione.
Il feto è ora in grado di funzionare da solo anche se ancora assorbe il nutrimento dalla placenta. In settimana 39 è pronto per nascere: è lungo circa 49 cm e pesa intorno ai 3,1 kg.
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