In Italia è stato calcolato che, tra le cause di decesso che coinvolgono gli adolescenti, c’è un’alta percentuale di suicidi. Ma quali sono le motivazioni che spingono i giovani a compiere questo gesto estremo? Il suicidio e gli adolescenti: perché un numero sempre più alto di giovani si toglie la vita?
Solitamente i ragazzi che finiscono con il compiere un gesto così estremo, nei giorni precedenti inviano delle richieste d’aiuto. Il più delle volte si tratta di segnali incomprensibili, ma di solito chi è sempre con loro può (o meglio deve) comprenderli. Tra questi segnali spiccano atteggiamenti anomali: cambi di umore repentini, comportamenti autolesivi (tagli o ferite autoinferte). Inoltre, si possono verificare delle situazioni in cui il ragazzo ha degli atteggiamenti caratterialmente estremi come reazioni eccessive o un repentino calo nell’andamento scolastico. Nei casi più estremi si tratta di giovani con disturbi di depressione che il più delle volte cadono nel tunnel della droga.
Tra i giovanissimi si stanno facendo largo dei fenomeni assai gravi. Degli atteggiamenti di massa pericolosi per tutti, ma soprattutto per chi vive un momento difficile. Tra questi c’è l’“Hikikomori” una “moda” che sta prendendo piede tra i ragazzi. Alcuni si chiudono sempre in un mondo loro tagliando fuori tutto il resto. Questi giovani sviluppano un sentimento di odio e una fobia verso l’esterno rintanandosi in casa propria per lunghi periodi (mesi o addirittura anni). Come unico mezzo di collegamento utilizzano la rete. Questa moda si sta diffondendo anche tra gli adolescenti occidentali. Fino a qualche mese fa si è parlato di un’altra pratica terribile che comprendeva degli step fino a giungere alla morte. Un fenomeno che ha coinvolto anche i giovanissimi, ormai succubi di influenze che giungono a loro attraverso schemi di informazione che, se non comprese, possono recare gravi danni.
La domanda che ogni persona difronte a questi avvenimenti così tristi ed impensabili si pone è perché? Cosa accade nella mente di questi giovani? E soprattutto perché il numero di suicidi va ad aumentare costantemente, tanto quanto diminuisce l’età di chi compie questo gesto? Ebbene la risposta a tutto non c’è, i fattori scatenanti una tale reazione alla vita non sono i medesimi per tutti. Ma di fondo c’è una sostanziale mancanza di regole, di basi solide e di un genitore che faccia il genitore e non l’amico. Mentre in passato ogni componente della famiglia aveva il proprio ruolo, i propri doveri e diritti, oggi non c’è più alcuna linea di confine.
Un genitore che fa “l’amico” del proprio figlio non lo sta aiutando. Un tale comportamento, confonde il giovane. Le persone sin da quando nascono, hanno bisogno delle linee guida per approcciare alla vita, consapevoli dell’esistenza di regole, obblighi, dei piaceri, della felicità e del dolore. Crescere un figlio che sappia chiedere aiuto non è semplice, ma trasmettendogli i giusti valori lo si aiuta, lo si rende una persona in grado di affrontare ogni ostacolo. L’adolescenza, soprattutto, non è un periodo facile da vivere. Il genitore ha il dovere di instaurare delle regole, a cui il figlio si opporrà e ribellerà fortemente, ma sempre con la consapevolezza di avere accanto qualcuno che lo ami. Poi è ovvio, come detto ogni caso è a se stante, queste sono solo linee guida teoriche. Quando un ragazzo perde la vita non si ha una spiegazione plausibile. Un giovane che se ne va non può essere accettato e non deve accadere. Ma per ogni singolo caso, siamo noi adulti a doverci prendere le responsabilità.
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