La scuola cade a pezzi e con essa la nostra cultura ed educazione: Scuola 2.0 tra cultura ed educazione. Ma la colpa di chi è? Solo di dirigenti e politici oppure anche un po’ nostra che non siamo in grado di valorizzarla realmente? La scuola non è solo insegnante, alunno e didattica. La scuola è anche confronto e scambio tra il personale scolastico e famiglia. Ma dati i recenti casi credo proprio che stiamo dando una mano al sistema mandando tutto in rovina.
Scuola 2.0: l’utopia del sistema scolastico
Sulla carta il nostro sistema scolastico è tra i migliori al mondo. Organizzazione, progetti, obiettivi e metodologie infallibili (e già questa presunzione non garantisce molta speranza). Ma in sostanza nulla di tutto ciò che viene promesso diviene pratica! Il sistema scolastico ad oggi ha perso in qualità di insegnanti, e non perché non ci sia personale preparato, anzi, ma perché si fa di tutto per rendere impossibile insegnare. La scuola non ha fondi: parlare di denaro, descrivendo un sistema scolastico non è l’ideale, ma i soldi servono per garantire ai nostri figli il meglio.
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Oltre alle strutture però, per ottenere un percorso scolastico mirato alla formazione di persone capaci, si ha il bisogno di una relazione tra scuola e famiglia. Anche in questo caso, teoricamente ci si sta impegnando per rendere il tutto possibile. Ma in pratica ogni gesto diretto verso questa collaborazione viene smontato da eventi assai gravi. Per far si che la scuola cresca nel verso giusto occorre che coloro che compongono l’intero sistema siano in grado di sostenere una relazione collaborativa sana. Negli ultimi tempi invece, come emerso dalla cronaca, i giovani non sanno più neanche cosa voglia dire relazionarsi. Il tutto grazie a degli “adulti guida” che invece di trasmettere i veri valori umani, li hanno imbottiti di sciocchezze facendogli credere di essere unici, e padroni di tutto ciò che desiderano. In questo modo si stanno perdendo le regole per il buon vivere e quindi si andrà sempre di più verso un degrado sociale.
Scuola 2.0 tra cultura ed educazione
Un genitore fa di tutto per garantire il meglio al proprio figli, ed è una delle cose più giuste. Ma, non sempre prendere le parti dei propri figli è un bene per loro! Difatti, il meglio per i nostri figli non lo si fa aggredendo gli insegnanti, ma affiancandoli. Se un docente si “degna” di sgridare un bambino o un ragazzo, ammonendolo con una nota non è un essere cattivo. Ogni volta che un insegnante riprende un alunno, lo fa per amore del giovane. In questo modo, l’adulto mostra al giovane, in un ambiente protetto, che nella vita ci sono delle regole da rispettare e che non sempre tutto è dovuto!
Il genitore, così come il figlio, deve saper rispettare l’autorità di coloro che siedono dietro ad una cattedra. Non perché sono dei despoti, ma perché si tratta di persone che hanno il sacrosanto compito di trasmettere la conoscenza. Per fare in modo che coloro che sono a scuola apprendano le nozioni basilari, si ha la necessità di un’atmosfera tranquilla, serena e partecipata. Non violenta, menefreghista e maleducata! Se un alunno tira i banchi, i cestini, o sporca le aule non deve essere difeso. Nella vita vale la regola che chi rompe paga: ma non sempre le cose si rimborsano con il mero denaro. Spesso il risarcimento non deve essere materiale, ma morale. Distruggere oggetti e luoghi che non ci appartengono è segno di una mancanza di rispetto, innanzitutto verso noi stessi.