Innanzitutto, occorre definire tale pratica, di cosa si tratta e le tempistiche in cui essa deve essere svolta. Il clampaggio, dunque, è la modalità con cui il cordone ombelicale viene legato e tagliato al momento della nascita del bambino. Fino a qualche decennio fa, questa prassi veniva effettuata immediatamente dopo il parto (clampaggio immediato). Il clampaggio immediato, difatti, veniva praticato quando il neonato aveva appena terminato l’espulsione dal canale del parto. Oggi invece, si procede alla legatura ed al taglio del cordone ombelicale in modo “tardivo”, cioè dopo diversi minuti dall’espulsione. Questo cambiamento è stato una conseguenza delle scoperte medico scientifiche degli ultimi decenni.
Per clampaggio tardivo, dunque, si intende che il taglio e la legatura del cordone ombelicale avvengono solo quando il cordone abbia cessato di pulsare. Questo radicale cambiamento di procedere alla legatura e taglio del cordone ombelicale è dato soprattutto da alcuni motivi legati allo stato di salute del neonato. Infatti, tardare questo processo significa aumentare il livello di benessere del bambino sia nell’immediato post parto, sia negli anni successivi.
Difatti, a questa modalità sono attribuiti due fondamentali vantaggi. Prima di tutto tardando il taglio del cordone ombelicale si permette al corpo del neonato di procedere ad un adattamento fisiologico naturale. Questo perché il piccolo nascituro continuerebbe, per qualche istante, a ricevere sangue placentare ricco di ossigeno, agevolando l’approccio alla respirazione polmonare.
Inoltre, ritardando il clampaggio si evita il rischio di sviluppare anemia. Per questo motivo è una pratica particolarmente utilizzata nei casi in cui il neonato è figlio di una mamma anemica, o comunque si può presupporre un alto rischio di anemia.
Il clampaggio tardivo è una modalità di legatura e taglio del cordone ombelicale assai utilizzata soprattutto nei casi di nascite prima del termine. Quando un bambino nasce prematuro, al momento del parto potrebbero riscontrarsi delle problematicità. Spesso vi è la necessità immediata di ricorrere alle trasfusioni ematiche. Attuando, invece un clampaggio tardivo, fino a 120 secondi successivi alla nascita, viene notevolmente ridotto il rischio di emorragia periventricolare. Allo stesso modo, si salvaguarda il neonato pretermine dal rischio di morbosità.
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