Come prevenire le ragadi al seno durante l’allattamento
Le ragadi al seno durante l‘allattamento, in particolare nel primo periodo, si formano principalmente se il bambino non si attacca correttamente. Per prevenirle, quindi, è fondamentale attaccare il bambino in modo corretto, assumendo la posizione più comoda per entrambe, da stabilire di volta in volta. Ma è altrettanto importante giocare di anticipo seguendo delle semplici regole durante gli ultimi mesi di gravidanza.
Cosa sono e come si formano le ragadi al seno?
Le ragadi al seno sono dei piccoli tagli, più o meno profondi, che compaiono sul capezzolo o nell’aureola che lo circonda. Solitamente, possono comparire durante le prime settimane di allattamento e sono molto dolorose durante la suzione. Quando il dolore è particolarmente forte, può scatenare nella mamma il rifiuto di allattare, privando il proprio bambino dell’alimento più salutare e raccomandato per la sua crescita ed il suo sviluppo. Inoltre, il mancato allattamento può agevolare ingorghi ed infiammazioni delle ghiandole mammarie (mastite).
In caso di capezzolo retratto, che rende difficile attaccare il bambino correttamente, si può rimediare usando la coppetta paracapezzolo in argento.
Come prevenire le ragadi al seno durante l’allattamento?
Prevenire è sempre meglio che curare, ed in questo caso la prevenzione è veramente importante quanto semplice. E’ importante già negli ultimi mesi di gravidanza allenare il capezzolo e prepararlo alla suzione nel modo più naturale possibile, evitando traumi. Ad esempio massaggiare il seno quotidianamente con l’olio di mandorle ammorbidisce la pelle, idratandola e fortificandola.
Possono inoltre essere eseguiti degli esercizi manuali direttamente sul capezzolo:
- Rotazione del capezzolo: per favorirne l’estroflessione, afferrarlo tra indice e pollice facendogli compiere dei movimenti rotatori in senso orario ed antiorario.
- Stiramento del capezzolo: posizionare i pollici alle estremità contrapposte dell’areola (sia verticali che orizzontali) ed eseguire delicati movimenti di stiramento.
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La posizione corretta per allattare
Come già accennato, la principale causa della comparsa di ragadi al seno è l’errato posizionamento del neonato. L’intervento in assoluto più efficace, sia a fini preventivi che terapeutici, quindi, riguarda il corretto attaccamento del bambino, utile tra l’altro anche per stimolare la secrezione lattea. Ecco alcune regole principali:
- Innanzitutto capiamo qual’è la posizione corretta del neonato: il bambino deve trovarsi sdraiato su un fianco, con la pancia contro il corpo della madre. Il capezzolo deve trovarsi all’altezza del naso del bambino, in modo che, quando spalancherà la bocca, lo afferrerà dal basso verso l’alto.
- Per attaccarsi correttamente, il bambino deve spalancare la bocca ed afferrare non solo il capezzolo, ma anche gran parte dell’aureola. La guancia del bambino, quindi, apparirà gonfia e tonda, mentre il mento e il naso rimarranno a contatto con il seno.
- Per evitare che il capezzolo si irriti o che il bambino succhi a vuoto, la poppata non deve durare più di 20-25 minuti.
- Al termine della poppata, il bambino si staccherà spontaneamente dal seno. Se, invece, occorre staccarlo in anticipo, è importante non provocare ‘strappi’ al seno derivati da un movimento brusco. Per eseguire questa operazione è necessario porre un dito all’angolo della bocca, stimolandola e spingendo il seno verso il basso.
- La comparsa delle ragadi al seno non richiede la sospensione dell’allattamento, a meno che non ci sia la comparsa di sangue. In questo caso occorre consultare il medico e ricorrere a medicinali cicatrizzanti ed antibatterici.
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