Svezzamento classico o autosvezzamento?Ecco le differenze
Fino ad ora, l’unico metodo di svezzamento conosciuto ed utilizzato per i nostri bambini era lo svezzamento classico, seguendo uno schema ben preciso per l’introduzione graduale degli alimenti. Oggi, invece, esiste un moderno orientamento sullo svezzamento, conosciuto con il nome di autosvezzamento o alimentazione complementare su richiesta. Quali sono le differenze?
Svezzamento classico o autosvezzamento? Ecco le differenze
Attraverso processo di svezzamento, il bambino passa da un’alimentazione esclusivamente a base di latte a una dieta varia. Il periodo consigliato è normalmente intorno al sesto mese di età.
- Svezzamento classico con schema: è il procedimento che prevede l’introduzione degli alimenti in maniera graduale. Partendo da quelli meno allergizzanti e più digeribili, fino ad arrivare al compimento del primo anno di età con una dieta libera e il più possibile varia. E’ il pediatra a suggerire man mano le dosi della pappa e quando inserire nuovi alimenti. Solitamente questo tipo di svezzamento prevede l’utilizzo di omogeneizzati, ma non è detto che è necessario utilizzare piatti pronti appositamente creati dall’industria alimentare per i bimbi più piccoli, seppur rigorosamente controllati e quindi sicuri. Anzi, il pediatra consiglia di utilizzare prodotti freschi, possibilmente biologici, per la preparazione di brodi vegetali, pappe a base di frutta, carne pesce freschi da preparare ed omogeneizzare in casa.
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- Autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta: in questo caso non ci sono schemi da seguire, ma l’alimentazione del bambino è libera. Cosa vuol dire? Che sarà il bambino a mostrare interesse verso un cibo che vorrà assaggiare. Questo tipo di svezzamento, infatti, non prevede pappe pronte né omogeneizzati. Ma viene offerto al bambino quello che mangiano i genitori. In questo caso, però, l’alimento principale resta il latte. Per favorire la masticazione, il cibo viene sminuzzato o servito a striscioline sottili da poter succhiare o mordicchiare. In questo modo, il passaggio definitivo da una dieta a base di latte, ad un’alimentazione varia avverrà secondo i tempi ed il desiderio del bambino.
Svezzamenti a confronto
Secondo i sostenitori dello svezzamento classico, è fondamentale seguire uno schema per l’inserimento degli alimenti, fornito dal pediatra. Questo per evitare di correre il rischio di commettere errori alimentari che possono avere un impatto negativo sulla crescita e sullo stato di salute del bambino.
Invece, i sostenitori dell’autosvezzamento ritengono che questo procedimento sia più naturale e rispettoso nei confronti del bambino. Le famiglie che sostengono l’autosvezzamento tendono a cucinare pasti più sani proprio perché dovranno essere condivisi anche coni più piccoli. Questo potrebbe garantire una maggiore armonia durante i pasti ed evitare capricci di fronte a un piatto di minestrina di cui il bambino non ne vuole sapere. Non è più necessario quindi imporre di mangiare fino allo svuotamento del piatto, ma sarà il bambino stesso a regolarsi.
Nonostante queste due scuole di pensiero, i pediatri consigliano di restare sui principi dello svezzamento classico con schema. E voi cosa ne pensate?
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