La musicoterapia è un percorso particolarmente in uso in molti ambiti educativi e rieducativi. Data la diffusione di questa attività negli ultimi decenni occorre scoprire meglio di cosa si tratta. E tu Sai come nasce la musicoterapia?

Storia della musicoterapia

Storia della musicoterapia (foto by Unsplash)

La musicoterapia nasce intorno ai primi del ‘900 grazie alle teorie educative di Rudolf Steiner. Steiner è il fondatore delle Scienze Antropofisiche. Questo percorso ha subito delle evoluzioni e modifiche nel corso degli anni. Negli anni ’40 nasce la prima sistemazione epistemologica della musicoterapia grazie ad I. Altshuler. Ma l’applicazione della musicoterapia in progetti educativi e sanitari inizia solamente a partire dagli anni ’60. Per quanto riguarda l’Italia, solo negli anni ’70 iniziano a nascere le prime organizzazioni ed associazioni. Tra i pionieri della musicoterapia italiana troviamo: Nora Cervi; Liliana Rossi Pritoni; ed i membri del CEFIG Antoniano.

Sempre in Italia, nel 1994, precisamente a Napoli, nasce la Confederazione Italiana delle Associazioni di Musicoterapia (CONFIAM). Questa confederazione instaura delle commissioni attraverso le quali aumentare il livello di qualità dei servizi musicoterapici. Le commissioni riguardano l’aspetto Deontologico, di ricerca e il Profilo Professionale. Oggi, la musicoterapia è applicata attraverso figure professionali quali psicologi, psichiatri, pedagogisti, musicisti ecc… Per questo motivo occorre sempre richiedere la garanzia di un personale qualificato quando si intende intraprendere un percorso muscoterapico.

Musica come terapia o musica in terapia?

Alcuni percorsi educativi inneggiano l’uso della musica all’interno del percorso terapeutico. Ma ci sono delle differenze organizzative da tenere conto quando si decide di intraprendere un percorso musicoterapico. Kenneth Bruscia (musicoterapista <<MT-BC>>, esperto di immaginazione guidata e di musica <<FAMI>>, nel 1989 ha fatto una netta distinzione tra musica IN terapia e musica COME terapia. Nel primo caso troviamo la musica nell’ambito di una psicoterapia, e non in un’azione terapeutica, come quella che avviene all’interno di un incontro musicoterapico. Inoltre, sempre Bruscia, sostiene che vi siano altre differenziazioni all’interno di un’azione terapeutica, dipendenti dalla provenienza e dalla preparazione dell’operatore (educatore, musicista o terapeuta), questa variabile comporta l’assunzione di diversi ruoli da parte della stessa musica:

  • MUSICOterapia – terapeutica di per sè;
  • musicoTERAPIA – la musica diviene supporto fondamentale nell’azione terapeutica e nello sviluppo di una relazione tra operatore ed utente.

Perché la musica?

La musicoterapia (foto by Unsplash)

Gli esperti sostengono che l’incontro tra musica e mente divenga un evento originale e specifico che origina un linguaggio ben preciso, diverso da ciò che comunemente si può realizzare all’interno di uno spazio terapeutico più comune. È importante sottolineare che con il termine “musico” non si sta indicando la sola musica, ma tutto l’insieme di suoni, rumori ed ogni ambito sonoro che ci giunge da ciò che è intorno a noi ed in noi!

 “La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali… un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione ed altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.”

(definizione della Federazione Mondiale di Musicoterapia).



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Deborah Farinon
In volo sulle ali della mia fantasia! Così mi descrivo sin da quando sono una bambina, perché così è come mi sento: sono curiosa e adoro farmi stupire continuamente da ciò che mi circonda, amo la natura, le sfide, la creatività. Tutto questo mi ha permesso di diventare la persona che oggi sono e fare il lavoro dei miei sogni: l’educatrice! Non si deve mai aver paura di mettersi in gioco!!!