Cosa accade quando il genitore frustrato riversa il proprio malessere sul figlio che pratica sport?

Viviamo in un momento di crisi, gli adulti sono esasperati dal lavoro e da come far quadrare i conti per arrivare a fine mese. Queste situazioni talvolta sfociano in una somatizzazione assai pericolosa per chi ne diventa vittima: i figli. I genitori ultras sono proprio creati da tante frustrazioni che vengono riversate su figli che praticano sport e dai quali pretendono prestazioni al limite.

Chi sono i genitori ultras?

genitori ultras
Genitori Ultras: chi sono? Perché si comportano così? (foto by Unsplash)

Quanti di voi hanno figli o figlie che praticano sport? Che sia a livello amatoriale o agonistico non importa, tra il gruppo genitori ci sarà sicuramente qualcuno che durante una partita o una gara inizia a comportarsi come un folle. Inutili urla ed insulti rivolti verso avversari, arbitri ed anche verso il figlio stesso. Si tratta sempre del medesimo genitore che al termine dell’evento sportivo, se secondo lui il figlio o la figlia non ha saputo ottenere il massimo diventa volgare esasperante e talvolta violento. Questi sono i genitori che estremizzano lo sport, rovinandolo anche. In casi eccessivi, tali genitori arrivano a punire, sminuire e prestare violenza verbale e fisica sui propri figli, credendo in questo modo di motivarli a migliorare la loro performance sportiva. Sono genitori che pretendono che il proprio figlio sia sempre il migliore, e non accettano la sconfitta (la loro?!).

Perché il genitore diventa ultras?

Solitamente i genitori ultras sono persone che non hanno molto a che vedere con lo sport, e che quindi non ne conosce lo spirito e le fondamenta. In altri casi invece possono essere soggetti che a loro volta sono cresciuti con genitori pressanti ma finendo con il deludere loro e se stessi. Quindi, sia nel primo caso che nel secondo, si tratta di soggetti che riflettono sui figli le proprie vittorie e sconfitte, vivendo all’ombra della gloria di chi lo sport lo sta vivendo. Essere genitori ultras vuol dire quindi vivere le proprie aspirazioni mai raggiunte e concluse attraverso la vita del proprio figlio. Questo loro comportamento, però, va a ricadere sulla vita personale e sportiva del figlio ed anche sul loro sviluppo. Praticare uno sport deve essere una fatica, ma una piacevole fatica. Il bambino o il ragazzo deve essere motivato positivamente ad andare agli allenamenti e non deve sentirsi in dovere di farlo. Questo vale anche per la scelta della disciplina sportiva. Anche in questo caso, questa tipologia di genitori tende a sostituirsi al figlio decidendo per lui a quale sport dedicarsi. Atteggiamento, questo, che tutti sappiamo bene essere altamente scorretto e nocivo per il bambino.

Il genitore e lo sport

genotori ultras
L’importanza del genitore nella disciplina sportiva del figlio (foto by Unsplash)

Lo sport è un’attività assai positiva e determinante per lo sviluppo psicomotorio del bambino. Quindi, come accade per il percorso scolastico, la figura del genitore è particolarmente rilevante per la positiva crescita sportiva del figlio. Essere genitori ultras, di fatto va a compromettere il percorso di crescita psicomotorio del figlio, in quanto potrebbe bloccare ed ostacolare il corretto cammino di crescita del piccolo. Quindi come dovrebbe comportarsi un genitore per garantire al proprio figlio una corretta crescita? Semplicemente fare il genitore!

Quindi, da genitore si conoscono perfettamente i limiti e le capacità del proprio figlio, si sa cosa egli desidera e vuole fare. Partendo da queste basi il genitore deve poter aiutare il figlio a decidere il proprio percorso lasciandolo libero di sperimentare, rendendo lo sport un’attività piacevole ed efficace. Difronte alle vittorie ed alle sconfitte il bambino o il ragazzo va stimolato in egual modo, senza osannare né denigrare. Mamma e papà devono trasmettere il valore del lavoro che si fa per raggiungere degli obiettivi, dedicando impegno a ciò che si vuole ottenere attraverso gli allenamenti e correggendo ciò che ha portato alla sconfitta: “lavorando la prossima volta andrà meglio!”. Bisogna comprendere quale siano le reali possibilità del ragazzo ed insegnare che le decisioni di arbitri, giudici o allenatori vanno accettate anche se talvolta non sono condivise. La disciplina è un altro mezzo attraverso il quale educare un bambino!



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In volo sulle ali della mia fantasia! Così mi descrivo sin da quando sono una bambina, perché così è come mi sento: sono curiosa e adoro farmi stupire continuamente da ciò che mi circonda, amo la natura, le sfide, la creatività. Tutto questo mi ha permesso di diventare la persona che oggi sono e fare il lavoro dei miei sogni: l’educatrice! Non si deve mai aver paura di mettersi in gioco!!!