Quando i compiti per le vacanze di Natale fanno disperare i bambini… e le mamme!
Ricordo ancora bene l’euforia che si provava l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale… Un senso di liberazione, di libertà, di possibilità di svago e anche di non fare nulla. Sensazione destinata a durare pochissimi giorni, perché la realtà era ben diversa: il diario scolastico era pieno di compiti assegnati per il rientro a scuola. Quindi, tolti i giorni festivi, cioè Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania, il resto dovevano essere dedicati ai compiti.
Oggi a provare questo stato è mio figlio, ma come lui moltissimi altri studenti. Questi ultimissimi giorni di vacanze si stanno trasformando in un incubo: Gabriele, prima media, non sta vivendo bene questa teoria di doversi svegliare presto la mattina per fare i compiti, trovandosi anche a dover rinunciare allo sport pomeridiano per paura di non terminarli in tempo. Ed ecco che, invece di essere momenti piacevoli per stare vicino al proprio figlio, il periodo dei compiti si concretizza in un momento veramente spiacevole che, per di più, si ripete quotidianamente.
Quando i compiti per le vacanze di Natale fanno disperare i bambini… e le mamme!
Dietro alla disperazione di una mamma c’è sicuramente l’aspettativa di vedere il proprio figlio che, con il sorriso sulle labbra e con una certa velocità, apra il diario di sua spontanea volontà e faccia i suoi compiti, senza che nessuno gli dia indicazioni… Beh, sarebbe troppo bello!
La realtà è ben diversa: al secondo o terzo richiamo, mio figlio risponde: “mamma, sono in vacanza, voglio riposare ancora un po’!” (E alla fine non ha poi tutti i torti!). Quali sono le reazioni di noi mamme quando nostro figlio si rifiuta di impegnarsi, temporeggia, si lamenta, sbuffa…? Ovviamente ci arrabbiamo, li sgridiamo, li accusiamo di scarso impegno, li ricattiamo e li puniamo in vari modi.
Le nostre reazioni sono comprensibili, soprattutto quando il tempo e l’energia scarseggiano. Tuttavia, nella maggior parte dei casi sono controproducenti. Per rompere questo circolo vizioso di negatività, è necessario andare un po’ incontro al bambino cercando di capire realmente quali sono i motivi che stanno alla base di tale comportamento.
Come dobbiamo comportarci noi genitori?
Possiamo essere pro o contro i compiti per le vacanze, dando o meno ragione ai propri figli di fronte al rifiuto di svolgerli. Sta di fatto, però, che si tratta di un impegno preso, e quindi da rispettare. Cosa dobbiamo fare, dunque?
Una soluzione potrebbe essere quella di sedersi con lui, stando in silenzio, interessati ma non troppo, con il solo obbiettivo di incoraggiare interiormente il bambino. In che modo? Senza parlare, senza leggere, senza fare nulla. Solo osservandolo ed ogni cinque minuti incoraggiandolo con parole del tipo: “Forza, ce la fai”, “io sono qui con te”, “appena hai finito facciamo un gioco insieme”…
Dobbiamo essere sostegno, forza, faro, dobbiamo incoraggiare il bambino e convincerlo che sta facendo la cosa giusta, premiandolo con le parole e con i gesti.