Ecco qualche consiglio per affrontare al meglio la paura che prende ogni genitore quando il proprio bimbo inizia a muovere i primi passi, una importante fase di crescita del bambino. Tante sono le domande quanto le ansie e le preoccupazioni per i primi passi di un figlio. Ecco, quindi, qualche consiglio per affrontare questo percorso con serenità godendo di ogni istante del bambino.

Primi Passi

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I primi passi di un figlio (http://www.passionemamma.it)

Il bambino impara a camminare attraverso un percorso esperienziale ricco di sviluppi e tentativi. Imparare a muovere i primi passi è un processo alquanto delicato per il piccolo ed emozionante per i genitori. Il bambino, solitamente, inizia prima a gattonare, poi impara a mettersi in piedi fino a lasciarsi dal supporto sicuro per muovere i primi passi. Bisogna sempre tener conto del fatto che ogni bambino ha il proprio carattere e modo di raggiungere i propri step di crescita. La cosa che un genitore può fare è incoraggiarlo sempre senza trasmettergli troppi timori.

Il gattonamento

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I diversi stili di gattonamento (https://mojamalasobica.si)

La maggior parte dei bambini, intorno ai 6/12 mesi, iniziano ad esplorare il mondo intorno a loro muovendosi in autonomia. Solitamente i loro spostamenti avvengono a carponi come cani e gatti (da qui il termine gattonamento). In tanti casi, il gattonameno non viene affrontato affatto. Alcuni bambini sperimentano altre forme di movimento come ad esempio gli spostamenti da seduti o strisciando. Oppure, a volte il bambino passa direttamente alla fase successiva tenendo la posizione eretta. Infatti, il gattonamento, non è una pratica che serve ad imparare a camminare. Questo è sempre da ricollegare alla singolarità con la quale ogni bambino affronta il proprio processo di sviluppo psicomotorio.

Nel gattonamento è, comunque, importante lasciare che il bambino possa sperimentare e muoversi in libertà e sicurezza. Per far sì che ciò avvenga, il genitore deve eliminare quegli ostacoli che potrebbero recare danni al bambino o impedire i movimenti. Per il resto è bene sorvegliarlo, senza però interferire con la sua esplorazione. Questa autonomia viene interpretata dal bambino come una sensazione di sicurezza e stabilità apprendendo anche maggior coraggio per poi andare ad affrontare le successive fasi che lo porteranno a muovere i primi passi. Dunque, è fondamentale che non gli si trasmetta ansia o timore alcuno, che potrebbero impedirgli di sperimentare i movimenti che lo porteranno a camminare successivamente.

Impareremo a camminare!

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Deambulatore primi passi per bambini (http://www.chicco.co.uk)

Durante i 12 mesi di età, più o meno, il bambino raggiunge una determinata sicurezza che lo spinge ad alzarsi. Prima attraverso dei tentativi, sollevandosi gradualmente fino a raggiungere una certa stabilità nella posizione eretta. Anche in questo caso si deve tener conto della personalità. Ci sono bambini che già a 8 mesi camminano, mentre ce ne sono altri che iniziano più tardi. Questi non sono sintomi di alcuno disturbo, ma semplicemente dati che fanno notare come ogni bambino abbia un proprio calendario individuale!

Quando il bambino inizia ad alzarsi, non camminerà subito autonomamente, ma avrà bisogno di un supporto a cui aggrapparsi. Innanzitutto NO al girello: è  un accessorio che potrebbe compromettere la corretta postura e deambulazione. Sarebbe più consono l’utilizzo di un deambulatore primi passi accessoriato fatto appositamente per i bambini che iniziano a muoversi eretti. Ce ne sono di tanti tipi e forme anche molto carini. E soprattutto NO a caschi o guinzagli: sono bambini non cagnolini!

In questa fase è assai importante anche la calzatura. L’ideale sarebbe lasciare il piede nudo: è la cosa più naturale! Ma nel caso in cui il bambino si muove su una pavimentazione con piastrelle e mattonelle potrebbe scivolare. Quindi si consiglia l’uso di calzini antiscivolo.

Altro elemento di notevole importanza è il comportamento e l’approccio del genitore. Per aiutare il bimbo a muovere i primi passi, l’unica cosa da fare è assecondarlo senza però forzarlo. Cioè: non deve essere il genitore a metterlo in piedi, per poi lasciarlo da solo, ma il bambino stesso deve essere in grado di raggiungere da solo la posizione eretta. Solo quando autonomamente inizierà ad alzarsi, il piccolo potrà essere pronto a muovere i primi passi.

E se cade che succede?

Muovere i primi passi, per un bambino è uno dei traguardi più importanti. Per il genitore, invece, inizia essere anche un motivo di preoccupazione in più! Quando il bambino inizia ad alzarsi e tenta di muoversi sorreggendosi non ha una concreta stabilità, quindi può succedere che cada. Questi eventi sono molto più traumatici per mamma e papà che per il bambino. La natura ha creato il corpo umano in modo tale da adattarsi ad ogni sua fase di crescita.

Durante la fase che porterà il bambino a camminare da solo le cadute avvengono, ma il corpo del bambino è predisposto ad accusare nel modo migliore le cadute. Di conseguenza, a meno che non si tratti di incidenti veramente gravi, non mostratevi preoccupati, ma al contrario cercate di incoraggiarlo a rialzarsi subito e riprendere ciò che stava facendo. Solo in questo modo eviterete che il bambino viva un trauma bloccando il proprio percorso. Tant’è che molti esperti hanno appurato che molte cadute non sono dannose per il bambino e che il loro pianto in quel momento sia dovuta ad una reazione in risposta alla reazione del genitore e non al dolore!

Deborah Farinon
In volo sulle ali della mia fantasia! Così mi descrivo sin da quando sono una bambina, perché così è come mi sento: sono curiosa e adoro farmi stupire continuamente da ciò che mi circonda, amo la natura, le sfide, la creatività. Tutto questo mi ha permesso di diventare la persona che oggi sono e fare il lavoro dei miei sogni: l’educatrice! Non si deve mai aver paura di mettersi in gioco!!!