Negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più, soprattutto in occidente, la teoria della “Educazione con attaccamento naturale”. Ma è realmente la cosa giusta da fare?

“Educazione con attaccamento naturale”

Diventare genitori unisce o divide la coppia?
Lettone si o lettone no?
A voi la scelta!
(http://www.starbene.it)

La “Educazione con attaccamento naturale” è una corrente di pensiero che si sta diffondendo negli ultimi anni, soprattutto nei paesi occidentali. I sostenitori di tale teoria credono che: per non far soffrire i propri figli, i genitori devono lasciarli dormire nel loro lettone. Soltanto  il bambino, “autonomamente”, può decidere di lasciare il letto dei genitori ed andare a dormire nel proprio. La “Educazione con attaccamento naturale”, sostanzialmente, discende dalla “teoria dell’attaccamento” di John Bowlby. John Bowlby, psicanalista inglese, ha studiato e definito le diverse forme di attaccamento, in particolar modo madre-figlio.

Durante le sue ricerche, lo psicanalista, scoprì una certa correlazione tra l’insorgere di alcuni disturbi (dal fallimento scolastico ad alcuni disturbi mentali) e l’abbandono. Ma nel caso degli studi di Bowlby si trattava di situazioni di estrema negligenza nei confronti dei bambini, o di genitori completamente assenti o totalmente violenti. Oggi questa teoria è stata assolutamente travisata, facendo trapelare l’idea che: un genitore per instaurare un corretto attaccamento con il figlio debba starci a contatto continuamente. E quindi molti genitori ingannati da tale teoria hanno iniziato a portare avanti tale corrente di pensiero tenendo continuamente i bambini in braccio, scattando sull’attenti ad ogni minimo cenno di pianto, prolungando l’allattamento o dormendo nello stesso letto per molti anni.

Effetti collaterali della “Educazione con attaccamento naturale”

"Educazione con attaccamento naturale"
cosa comporta la dormire a lungo nel lettone con mamma e papà (http://www.insiemeinfamiglia.com)

Ovviamente ogni genitore sa cosa sia giusto o sbagliato per il proprio figlio, ma è anche giusto che sappia fin dove alcune teorie sono sicure o meno per lo sviluppo del piccolo. Un eccessivo attaccamento, quasi morboso, col proprio figlio può danneggiarlo. I bambini necessitano, come hanno sottolineato molti pedagogisti del calibro della Montessori, di spazi in cui muoversi autonomamente. Lo stesso Bowlby, nella sua teoria di attaccamento, descrive come un attaccamento eccessivo, con una figura genitoriale troppo presente, diventi frustrante. Lo sviluppo del bambino prevede il superare autonomamente degli ostacoli, fisici e psichici con le proprie forze, in modo da comprendere i propri limiti e le proprie capacità.

Prima di essere mamma e papà si è una coppi

"Educazione con attaccamento naturale"
cosa comporta alla coppia la “Educazione con attaccamento naturale”(http://mypathtocitizenship.com)

Quando nasce un figlio i ritmi in casa cambiano. Le abitudini e la quotidianità si trasformano in base alle nuove esigenze. Tutto ruota intorno al nuovo arrivato. E questo è tutto giusto, ma bisogna sempre ricordare, che il figlio è nato da una coppia. Un figlio nasce dall’unione di due persone che si amano. L’arrivo di un figlio, però, molto spesso è per la coppia un momento di “crisi“. Infatti, giustamente, per lunghi periodi la coppia si “divide” per far spazio ai bisogni del piccolo, ma se questa situazione si prolunga tra i genitori si instaura una situazione pericolosa.

La coppia si “fredda” non vive più la propria intimità. Quell’amore che ha dato vita al bene più grande, il figlio, va a scemare. Tra le cause che portano a questa rottura, quella più evidente è proprio la condivisione del letto. Quindi lasciar dormire il figlio tra mamma e papà per periodi troppo lunghi, oltre ad essere una possibile problematica nello sviluppo del bambino, può rovinare l’unione familiare.



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In volo sulle ali della mia fantasia! Così mi descrivo sin da quando sono una bambina, perché così è come mi sento: sono curiosa e adoro farmi stupire continuamente da ciò che mi circonda, amo la natura, le sfide, la creatività. Tutto questo mi ha permesso di diventare la persona che oggi sono e fare il lavoro dei miei sogni: l’educatrice! Non si deve mai aver paura di mettersi in gioco!!!