Anche mamma e papà sono umani e possono commettere degli errori che portano alla rovina del rapporto che si crea con i figli: ecco gli atteggiamenti che destabilizzano la relazione genitoriale.
Eccessiva possessività
Un figlio si sa è “core ‘e mammà”, ma dobbiamo in ogni caso tenere conto che i figli sono dei genitori che li procreano, ma sono sempre persone! Sono bambine e bambine che un giorno diventeranno donne e uomini indipendenti e capaci di prendere delle decisioni autonomamente. Un genitore non può pretendere di crescere un figlio che sia perennemente attaccato al gonnellino della mamma. Questo atteggiamento, per quanto positivo agli occhi di molti genitori, soprattutto mamme, è altamente sbagliato.
Voler controllare la vita di un figlio, così come di chiunque altra persona, è un atteggiamento deleterio per se stessi e per gli altri. In questo modo non si permette al bambino di vivere quelle esperienze, positive e anche dolorose, che gli occorrono per diventare grande. In alcuni casi un atteggiamento iperprotettivo da parte di un genitore si può tramutare in una patologia, in un disturbo della personalità del figlio!
Il dialogo
Perché si parla sempre di Dialogo Familiare? Il dialogo non è solo ascoltare i problemi e le lamentele di figli o partners. Il dialogo è anche uno scambio rilassante e divertente di idee o semplici parole. La comunicazione in famiglia è una delle basi dalle quali partire per una corretta gestione del nucleo. Ed ancora lo scambio di battute, raccontare una favola o un momento particolare della giornata aiuta il bambino a sviluppare la capacità di interazione sociale e di ragionamento. Ad esempio, una delle caratteristiche che accomuna tutti i bambini è la curiosità. La loro curiosità e voglia di conoscere li porta a fare domande su domande riguardo tutto quello che li circonda.
Questo loro passatempo, che per l’adulto potrebbe risultare alquanto snervante, per i piccoli è un modo per conoscere il mondo. È il loro mezzo più importante attraverso il quale saziano il loro desiderio di sapere. Il genitore è l’unico interlocutore di cui possono sempre fidarsi e su cui possono contare. Sfortunatamente, però la routine e gli impegni quotidiani, portano l’adulto a dare sempre meno attenzione ai piccoli. A volte si danno risposte veloci e superficiali. Il bambino anche se molto piccolo, si accorge dello stato d’animo e della mancanza di voglia di rispondere che il genitore ha in quel momento. Questo atteggiamento del genitore, porta il bambino ad allontanarsi, a non cercare più le risposte da chi dovrebbe concedergli un momento della giornata.
Punizioni o educazione?
Cos’è l’educazione? Questa è una domanda difficilissima su cui ogni genitore dovrebbe riflettere. Soprattutto negli ultimi anni sempre più spesso crescono bambini con poche regole e con più atteggiamenti violenti. Questo è il risultato della mancanza di esempi e di un percorso educativo familiare costruttivo. Infatti, molto spesso il genitore, anche ingenuamente, confonde l’educare col punire. In questo modo il bambino accoglie l’affronto come proibizione.
Un eccessivo atteggiamento autoritario da parte del genitore, farà vivere il figlio in un continuo stato di paura nel commettere errori. Il bambino per crescere deve sperimentare, ed invece in questo modo si sente solamente umiliato. Un atteggiamento troppo accusatorio e bloccante è dannoso per lo sviluppo dell’autostima. Infatti, se il genitore si rapporta al figlio con eccessiva severità il piccolo penserà di valere poco, di non essere in grado di fare le cose. Diventando così una persona altamente insicura, sviluppando d’altro canto dei sentimenti aggressivi e di rancore nei confronti del genitore.