Sulle riviste, sui siti dedicati ai bambini, nelle scuole o in qualche programma TV, almeno una volta abbiamo sentito parlare di sviluppo cognitivo. Cos’è un processo cognitivo? Proviamo a scoprirlo attraverso gli studi e le ricerche fatte dal padre di questa teoria: Jean Piaget.
Piaget e lo studio dei processi cognitivi
Il simpatico vecchietto nella foto è Jean Piaget, ovvero il padre degli studi dei processi cognitivi, meglio noti come Epistemologia Genetica. Piaget (Neuchâtel, 9 agosto 1896 – Ginevra, 16 settembre 1980) nella sua lunga vita, è stato un biologo, filosofo, pedagogista e psicologo svizzero.
Jean Piaget è, per l’appunto, colui che ha dedicato gran parte della sua vita professionale, allo studio dei processi legati alla formazione delle capacità. Negli anni, infatti, ha condotto molte ricerche legate alla psicologia dello sviluppo. Per questo motivo, si è meritato il riconoscimento come uno dei massimi esponenti dello studio sullo sviluppo cognitivo ancora oggi applicati.
Secondo Piaget, lo sviluppo cognitivo avviene attraverso alcuni processi di assimilazione delle informazioni e il vissuto delle esperienze a contatto col mondo esterno. Si tratta, dunque, di un’interazione con l’ambiente esterno, con la quale la mente del bambino trasforma le informazioni utili in conoscenze utili. Attraverso dette informazioni, quindi, la mente inizia a delineare degli schemi cognitivi organizzati.
Queste teorie sono il frutto di anni di osservazioni, ricerche e studi, da cui sono state tracciate delle fasi attraverso le quali si snoda il processo cognitivo. Queste fasi sono un punto focale, ancora oggi, in tutto ciò che riguarda lo sviluppo e crescita del bambino.
Ma cos’è lo sviluppo cognitivo?
Prima di priseguire, però, occorre specificare cosa si sta indicando quando si parla di sviluppo cognitivo. Nello specifico, per sviluppo cognitivo si intende quella crescita intellettiva che si sviluppa e matura crescendo. Essa consente, inoltre, di far proprie delle informazioni che ci arrivano dall’ambiente esterno, per poi trasformarle in capacità e conoscenze.
Queste informazioni vengono rielaborate dalla mente del bambino continuamente, già a partire dalla nascita. Esse, per di più, vengono arricchite ed aumentano col crescere (trasformazione qualitativa e quantitativa delle informazioni).
Lo sviluppo cognitivo, e quindi l’acquisizione e rielaborazione di tali dati, con conseguente sviluppo e accrescimento delle capacità del bambino, avvengono gradualmente. Piaget, infatti, ha individuato delle tappe di immagazzinamento delle conoscenze.
Le fasi dello sviluppo cognitivo
- Fase Senso-Motoria (0-2 anni) che a sua volta si divide in 6 stadi
a) Riflessi innati, ossia il compiere azioni istintivamente in risposta agli stimoli esterni senza averne coscienza
b) Reazioni circolari primarie, ripetere, quindi, un’azione continuamente (circolare) iniziando a provare interesse per gli effetti. La ripetizione porta alla definizione di uno schema che il bambino impara a riproporre anche in altre circostanze. Sopraggiunge la coordinazione tra visione e prensione
c) Reazioni circolari secondarie, il bambino sposta l’attenzione da sé all’altro (restando sempre in una concezione egocentrica), poiché è attratto dagli stimoli giunti dal’ambiente esterno e dall’effetto che producono su di lui
d) Coordinazione mezzi-fini, a questo punto, il bambino perfezione la coordinazione e la sua intenzionalità. Egli apprende che esistono dei mezzi attraverso i quali pote raggiungere i propri scopi (ad esempio indicare un gioco per farselo dare)
e) Reazioni circolari terziarie, in questi stadio il bambino approccia per la prima volta al ragionamento pensando alle modalità diverse per poter perseguire i propri scopi
f) Funzione simbolica, il bambino è attratto dal gioco simbolico, attraverso cui si apprende a pensare agli effetti delle azioni che ci si appropinqua ad effettuare prima di farla
- Fase pre-concettuale (2-4 anni): atteggiamento egocentrico, visione unilaterale delle cose e delle azioni (tutti pensano e fanno come me); sviluppo delle azioni imitative e del linguaggio, si inizia ad associare il nome agli oggetti.
- Fase del pensiero intuitivo (4-7 anni): approccio partecipe, creativo e sociale alla quotidianità, con l’inizio della scuola si apprende che non esiste esclusivamente il punto di riferimento e l’ambiente familiare; in questo momento il bambino ancora non è in grado di mettere in atto ragionamenti reversibili.
- Fase delle operazioni concrete (7-11 anni): si è in grado di coordinare le proprie azioni, anche quando sono più di una; si sviluppa la capacità di passare da un pensiero analogico ad uno intuitivo; si è in uno stato di autonomia quasi completo.
- Fase delle operazioni formali (11-14 anni): preadolescenza, si ha un ottimo livello di ragionamento astratto e ipotetico-deduttivo, ma non ancora teorico-scientifico
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